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Nel tempo del pettegolezzo, nel
tempo del consumo, dell’efficientismo, del mondo come una
miniera da sfruttare, dell’assenza del rispetto per le
persone e le cose, nel tempo della tecnica che da mezzo è
divenuta fine, della economizzazione degli spiriti, nel
tempo di produrre risultati a tutti i costi e immediatamente
anche nel campo dell’architettura e del restauro è
necessario prendersi una pausa e fare una riflessione, cioè
di trovare il tempo per pensare e prendere distanza dalle
cose.
Il Carattere timido, attento e sensibile, timoroso, a
reazione lenta, ha la saggezza necessaria per farci
comprendere i nostri limiti e spingerci a dedicarci,
comprendere e conservare tutti quegli aspetti che
normalmente l’architettura e il restauro giudicano secondari
e trascurano. Studiando gli edifici e i luoghi degradati e
malati si arriva ad amarli e amandoli si arriva a capirli.
Così lo studio, l’affetto e la comprensione sono tutt’uno.
Forse vedere con chiarezza il mondo vuole dire non agire o
agire timidamente. Così la vera ricchezza del restauro
timido è di saper intervenire con poco, del quale non vi è
mai penuria, utilizzando la conoscenza, la conservazione
dell’esistente e la stratificazione della nuova architettura
con cautela, con attenzione, umiltà e intelligenza. Essere
timidi non è un segno di un minor grado di presenza,
piuttosto indica un modo più discreto di situarsi nella
realtà utilizzando la non violenza verso le cose.
Questo sito è il tentativo di ampliare la “cassetta degli
attrezzi” per reagire alla nostra condizione proponendo il
pensiero timido come sacca di resistenza, come maestro di
ritirate e di rese, come nuova virtù di questo secolo a
partire dal restauro che in Italia è il luogo dove
maggiormente si sviluppano le teorie dell’architettura. Ma
non solo; la timidezza è forse la radice stessa dell’essere
umano: se è pensata può rendere la vita radicale e capace di
un cambiamento sapiente.
Certo le azioni della Shy Architecture Association (
Associazione per l’Architettura Timida) sono provocatorie,
ironiche e “meravigliosamente sconclusionate” ma spesso
giocando si può afferrare anche qualche brandello di verità. |
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